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17 febbraio 2014

Pollo al citron confit e dragoncello

Se lo cucinerete bene questo pollo è delizioso ed il sughetto avrà un delicato aroma di limone.

Ingredienti: Un pollastrello o un galletto, 2 fette spesse di pancetta fresca, Citron confit, Dragoncello, Olio di oliva, Sale e pepe.


Prendete una teglia da forno con le pareti alte e munita di coperchio.
L’ideale è una teglia di pirex.
Ungetene il fondo ed appoggiateci il pollo.
Guarnitene il petto con i 2 tranci di pancetta di maiale fresca che fisserete con alcuni stuzzicadenti.

Citron Confit

Questa preparazione viene dal Marocco dove è tradizionale. Di solito i limoni si lasciano interi ma vengono incisi in corrispondenza del picciolo praticando un taglio a croce abbastanz profondo dove far penetrare il sale. Talvolta, in alcune ricette più tradizionali si aggiungono anche bacche di rosa. Questi limoni si conservano in grandi vasi con sale ed acqua e sono utilizzati in tantissime ricette.
Gli chef europei li hanno scoperti alcuni anni fa e da allora i citron confit sono entrati a far parte degli ingredienti di molti piatti raffinati, sia salati che dolci.
Nella mia ricetta vi consiglio di tagliare i limoni a fette perché in questo modo riuscirete a stoccarli in meno spazio ed anche ad utilizzarli più facilmente.

15 febbraio 2014

Mastroberardino: una famiglia ed il suo vino


La famiglia Mastroberardino da oltre due secoli si occupa di vino. Le prime tracce della presenza in Irpinia risalgono al catasto borbonico, a metà del Settecento, epoca in cui la famiglia elesse il villaggio di Atripalda in provincia di Avellino il proprio quartier generale, ove sono tuttora situate le antiche cantine, e di lì ebbe origine a una discendenza che legò indissolubilmente le proprie sorti al culto del vino.
Da allora sono passate 10 generazioni che hanno portato avanti l'attività della famiglia di origine tra alterne vicende: la filossera, la prima e la seconda guerra mondiale che spopolarono le campagne ed il terremoto che negli anni 70 colpì così rovinosamente il territorio.

Abbiamo difeso le nostre tradizioni e i nostri sapori ottenendo un riconoscimento mondiale. Già Plinio parlava di Fiano e Falanghina in queste zone, noi ci siamo battuti per conservare la storia”, raccontava a chi visitava la cantina Antonio Mastroberardino, il guru dei vini campani, scomparso lo scorso gennaio all'età di 86 anni.
E' merito suo se molti viticultori dell'Irpinia hanno conservato i vitigni di Aglianico, di Taurasi, di Fiano e di Greco contro ogni moda, contro ogni omologazione del gusto diremmo quasi ante litteram, in un periodo in cui il Ministero dell'agricultura spingeva a rimpiazzare i vecchi vitigni con altri più produttivi, dal Trebbiano al Cabernet.